Ho cercato un rifugio nell'immaginario poetico di Julio Cortazar. Ho provato a leggere la sua poesia "Guadagni e Perdite" come se capissi nel modo giusto ogni singola parola di questa. Non credo di esserci riuscita perfettamente, purtroppo qualche passaggio mi è risultato difficile da interpretare/decifrare La poesia inizia con parole chiare, queste: Riprendo a mentire con grazia, (un uomo che ammette di mentire) Mi chino rispettoso allo specchio che riflette il mio collo e la cravatta. Credo d'essere questo signore che esce tutti i giorni alle nove. Gli dei (quali dei?...quelli monoteisti? o del regno politeista? Quelli Greci? Quelli Nordici? Orientali? Occidentali? .....questa è una delle parti che non ho compreso) Questi dei comunque : sono morti uno a uno in lunghe file di carta e cartone. Niente mi manca, neppure tu mi manchi (Qui mente?) Sento un buco, però è facile un tamburo: pelle ai due lati (anche qui è incomprensibile...! Parla di vibrazioni? Del cu
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