"Gwynplaine non c'è più. Ora si che sono cieca. Non conoscevo la notte. La notte è l'assenza.

La voce s'interruppe ancora, poi proseguì:

Avevo sempre l'ansia che volasse via; sentivo che era celeste. E di colpo ha preso il volo. Doveva finire così.

Un'anima se ne va come un uccello. Ma il nido dell'anima sta a una profondità in cui c'è il grande magnete che attira tutto, e io so bene dove ritrovare Gwynplaine.

La strada non mi fa paura, avanti! 

Padre, riprese la voce, voi lo capite che, dal momento che Gwynplaine non c'è più, è finita. Anche se volessi restare non potrei, perchè non si può fare a meno di respirare. Non bisogna chiedere l'impossibile. Ero con Gwynplaine e, semplicemente, ero viva. Ora che Gwynplaine non c'è più, io muoio. E' la stessa cosa. Bisogna o che lui ritorni o che io me ne vada. Morire è bello, davvero. Non è difficile. Padre, tutto ciò che si spegne qui, si riaccende da un'altra parte.  Vivere su questa terra, qui dove siamo, è una stretta al cuore.Non si può essere sempre infelici. Allora si va su quelle che voi chiamate le stelle, ci si sposa, non ci si lascia più, ci si ama, ci si ama, ci si ama, e questo è il buon Dio."

Brano tratto da - L'uomo che ride - V. Hugo

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