Tratto da  -Fuga da Bisanzio-

" Con un'intensità maggiore o minore ogni bambino anela a diventare adulto e non vede l'ora di andarsene di casa, fuori dal suo nido oppressivo. Fuori! Là è la vita vera, il mondo, l'avventura. Là potrà vivere come vuole.

Col tempo il suo desiderio si avvera. E per un po' è tutto assorbito da nuove prospettive, assorbito dall'impegno di costruirsi il suo nido, di fabbricarsi la sua realtà personale.

Poi, un giorno, quando è padrone della nuova realtà, quando può vivere come vuole, scopre improvvisamente che il suo vecchio nido non c'è più, che quelli che gli hanno dato la vita sono morti.

Quel giorno si sente come un effetto privato di colpo della propria causa. L'enormità della perdita la rende incomprensibile. La mente, denudata da questa perdita, si contrae, e contraendosi non fa che ingrandire la vastità della perdita."    (Fuga da Bisanzio - Brodskij)


" Se mai c'è stato qualcosa di reale nella sua vita, era proprio quel nido, oppressivo e soffocante, dal quale aveva tanta voglia di andarsene"


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